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Gli errori più comuni degli stranieri che studiano l’italiano

Sbagliando si impara!
La TOP 5 degli “orrori” grammaticali.

Non è mai facile imparare una nuova lingua, soprattutto se le regole grammaticali sono molto varie.
L’italiano appartiene a questa categoria e gli stessi madrelingua (ebbene sì, il plurale resta invariato, lo sapevate? Lo dice anche Treccani) spesso non sanno utilizzare la propria lingua, facendo errori anche molto gravi.
Di seguito, trovate la classifica degli errori più commessi dagli italiani.

Se per un madrelingua è difficile, figuriamoci per uno straniero che studia italiano!
Per divertirci ma anche per monitorare le difficoltà di chi sta imparando italiano, abbiamo stilato la nostra classifica con gli errori più frequenti:

Se per un madrelingua è difficile, figuriamoci per uno straniero che studia italiano! Per divertirci ma anche per monitorare le difficoltà di chi sta imparando italiano, abbiamo stilato la nostra classifica con gli errori più frequenti:

1 LASCIA O RADDOPPIA? Le doppie rappresentano un problema di non poco conto per gli studenti stranieri.
Non avete idea di quante volte ci siamo immaginati i nostri studenti entrare in un negozio di abbigliamento e chiedere di andare a ‘casa’ invece che alla cassa. Certo, lo sconto è assicurato, ma i negozianti saranno d’accordo? Non preoccupatevi, è andata sicuramente peggio a chi voleva giocare a pallavolo in spiaggia e si è ritrovato a spalare sabbia con la sua ‘pala’.

2 IO SONO LEGGENDA – “Dottore, presto, uno studente crede di essere la Polonia!” roba che anche Napoleone impallidirebbe. La differenza tra la nazione e la nazionalità è un concetto basilare che però spesso sfugge a chi impara l’italiano. Io sono francese oppure io vengo dalla Francia. E allora via, pronti con i remake cinematografici: “Io sono Spagna, storia di uno studente megalomane” o peggio ancora “Io sono di Spagna, storia di un cuoco che aveva dimenticato il pan”.

3 ESSERE O NON ESSERE? È QUESTO IL DILEMMA – Croce e delizia di tutti i docenti di italiano, restiamo sulla scia della precedente megalomania con i verbi ausiliari. Già vi immaginiamo, tesi come una corda di violino, ad aspettare la risposta dei vostri studenti. “Dai, lo ha capito. Dai che lo ricorda. Dai che…”. “Io sono…” biascica lo studente. “Dai che lo sai, dai che…” “Io sono… mangiato una mela!”. E a quel punto verrebbe a voi la voglia di mangiarvelo, ma sorridete, un po’ per nervosismo un po’ perché sapete che gli ausiliari sono proprio una brutta bestia. “Essere o non essere? È questo il problema!” ma anche “Essere o avere” non è che sia così scontato.

4 VOLERE È POTERE – “Volere è potere!” dicevano i nostri genitori, soprattutto le nostre madri, quando prendevamo un brutto voto a scuola e dovevamo recuperarlo. Andatelo a spiegare ai vostri studenti! Provate a far capire loro la differenza tra i verbi modali. Provate a spiegare che si può uscire anche senza averne voglia, o avere voglia di uscire senza però poterlo fare. Provate a spiegare che si può passare un esame solo se si ha voglia di studiare. Provateci. Noi non è che non possiamo farlo, è solo che non vogliamo. E invece dobbiamo!

5 SE E SOLO SE – Potremmo aprire un capitolo a parte sul congiuntivo e sul condizionale. Potremmo farlo, se solo volessimo. Meglio lasciar chiuso il vado di Pandora fino a data da destinarsi. A parziale discolpa possiamo affermare che se i nostri studenti di italiano sapessero che anche gli italiani commettono diversi errori con il congiuntivo, di certo prenderebbero con più tranquillità la faccenda.

E per te? C’è qualcosa che proprio non riesci a ricordare?

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